Un ricordo di Vittorio Bachelet

Quarant’anni fa, il 12 febbraio 1980, moriva Vittorio Bachelet, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse nei corridoi dell’università La Sapienza di Roma, al termine di una sua lezione di diritto pubblico.

Professore universitario di diritto amministrativo e Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Vittorio Bachelet rappresentava una figura di riferimento nel panorama istituzionale nazionale di quegli anni, ed incarnava una leadership riconosciuta per il mondo cattolico.

Per tante persone la sua morte, il suo funerale e le parole di perdono e misericordia che pronunciò il figlio Giovanni in quella occasione (“Preghiamo anche per quelli che hanno colpito il mio papà, perché sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta”), rappresentano un ricordo importante e pieno di commozione.

Al suo nome è indelebilmente legata anche la nostra scuola secondaria, che è stata intitolata a lui nel 1986.

Quando si dovette scegliere il nome per la Scuola che avrebbe dovuto proseguire il Corso di studi inaugurato da “L’Aurora”, la Preside Mimma Bacuzzi, che aveva accettato con entusiasmo di guidare la nuova avventura, non ebbe esitazioni: “Propongo Vittorio Bachelet!”.

A determinare la sua scelta fu l’alta statura culturale ed umana di questo protagonista del laicato cattolico, che si distinse nel periodo successivo al Concilio Vaticano II per una testimonianza cristiana autentica al servizio della vita democratica del Paese, ispirata dalle parole e dall’invito di Papa Paolo VI a vivere la politica come la “forma più alta di carità”.

Anche oggi, per tutti noi, è certamente un grande testimone: per questa ragione, in occasione dei 40 anni dalla sua morte, ci sembra bello poter ricordare una figura che in qualche modo ci è così “familiare”, e proporre ai ragazzi (come è avvenuto nelle classi in questi giorni) e alle famiglie una riflessione sulla sua storia e sul suo pensiero.