Altro che “Topolino”: la 3D ha letto “Maus” di Art Spiegelman

a cura del prof. Andrea Pozzoli

L’irrinunciabile necessità di dare testimonianza di fatti di grande portata storica non preclude, anzi giustifica che essa possa essere espressa non solo attraverso la retorica della parola, ma anche affidandosi all’immediatezza comunicativa di cui solo l’immagine è capace.

Questa è la doverosa premessa ad una particolare esperienza di lettura proposta alla classe 3^D. L’oscura voragine umana aperta nel ‘900 dall’Olocausto ad opera della Germania nazista ha certamente trovato spazio in numerosissime opere letterarie di cui è dovere morale non trascurare la memoria. Tuttavia, il secolo scorso ha anche visto imporsi sulla scena dell’editoria popolare una forma di narrazione che – in parte a ragione e in parte a torto – è ancora oggi vittima di un pesante pregiudizio culturale. Si tratta del genere del fumetto, il quale – a prescindere da una aperta e sincera valutazione della sua effettiva qualità letteraria e grafica – viene ritenuto dai più un’infantile perdita di tempo e una forma espressiva non all’altezza di temi importanti quali la Shoa.

Nel 1980, Art Spiegelman diede chiara dimostrazione del contrario pubblicando il fumetto intitolato “Maus” (topo in tedesco), distintosi proprio per levatura letteraria e potenza iconografica, tanto da meritarsi un Pulitzer nel 1992. In realtà, non è solo un fumetto, poiché – con una terminologia che gli riconosce maggiore dignità letteraria – viene definito graphic novel o romanzo grafico, ovvero una forma narrativa in cui le storie a fumetti, in quanto autoconclusive e dotate di un intreccio sviluppato, hanno la struttura e il respiro di un romanzo.

Attraverso le pagine di “Maus”, gli studenti di 3^D hanno seguito le vicende del fumettista Art Spiegelman impegnato nel tentativo di ricostruire la storia del proprio padre, ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz e poi emigrato negli Stati Uniti. Il dramma della Shoa ha così modo di manifestarsi con tutta la chiarezza di cui è capace il mezzo del fumetto, di cui il professor Orsi ha aiutato a comprendere e ad apprezzare il linguaggio e le tecniche narrative.

Nel video che viene qui presentato, alcuni ragazzi espongono alcune loro impressioni personali condivise durante il lavoro di ripresa in classe.