ARTIGIANI DI COMUNIONE E DI PACE

Il dramma della guerra che sta colpendo Paesi a noi così vicini, ci ha interrogato in queste ultime settimane su quale potesse essere il nostro contributo di aiuto. Sono i bambini e i ragazzi stessi a chiedercelo, proprio come mi è capitato una mattina accogliendo nel mio ufficio un’intera classe di III elementare. In quell’occasione, lasciando libero spazio alle richieste dei bambini per rendere più bella questa scuola, uno dei desideri espressi è stato quello che finisse la guerra. Che grande e vero questo desiderio, e che impotenza ci si sente addosso!

Dall’inizio del conflitto, proprio di fronte a questa impotenza, cominciamo tutte le mattine nelle classi riconoscendo che c’è Qualcuno più potente di noi al quale possiamo rivolgere la nostra preghiera di pace. Questo è il primo contributo, che ci mette nella disposizione di poter creare, già qui dove siamo, un luogo di pace. Purtroppo non siamo riusciti a rispondere immediatamente alla prima richiesta di accoglienza arrivata proprio da un nostro ex genitore di Cernusco, ma qualche giorno dopo il Sindaco, Ermanno Zacchetti, creando una rete di scuole della città, chiede informazioni sulla possibilità di inserire studenti ucraini: come Istituto diamo la disponibilità sia per la scuola primaria che per quella secondaria.

Mentre siamo in attesa di avere riscontro dal Comune di Cernusco, cominciano ad arrivare richieste da un paio di famiglie di Brugherio che hanno i figli nella nostra scuola e che stanno ospitando alcuni profughi. È così che dall’11 aprile frequenta la prima media Veronika e poi a seguire Katia, poi sono arrivati Sasha in III media e i piccoli Anja e Mark in III elementare.

Cosa desideriamo offrire loro? Innanzi tutto un luogo accogliente, in cui possano stare con i loro coetanei, con i docenti, con tutta la comunità, sentendosi il più possibile “a casa”. Per questo parteciperanno alle lezioni nelle diverse classi, soprattutto quelle più immediate dal punto di vista linguistico e qualcuno di loro continuerà le lezioni in DAD con la propria scuola. Abbiamo anche a cuore che, nel breve tempo prima della fine dell’anno scolastico, possano imparare un po’ la lingua italiana. Ci sono diverse famiglie con componenti di origine russa che frequentano la nostra scuola e ci siamo sentiti di chiedere il loro aiuto. La disponibilità è stata immediata!

Ad uno dei primi incontri eravamo presenti cinque famiglie ucraine, quattro famiglie italiane, le Coordinatrici Didattiche e il Rettore, una mamma e una nonna russe, per accordarci sull’orario dei nuovi studenti, sulle attività che realizzeranno, comprese le lezioni di italiano che saranno svolte proprio dalle signore russe.

È stato sorprendente vedere come in pochi minuti sia emerso il desiderio profondo di ciascuno: poter dare a questi bambini e ragazzi qualcosa di buono per la loro vita, soprattutto in un momento drammatico come questo. Così ciascuno mette a disposizione qualcosa di sé: la conoscenza della lingua, il tempo, la casa, il lavoro, la creatività, la fiducia nell’altro… ci si scambia informazioni, indirizzi mail, numeri di cellulare. Siamo attorno ad un tavolo, tutti con le nostre vite e le nostre storie, che mentre altrove assumono la forma di un conflitto, oggi qui hanno il sapore di comunione e di pace.

Anche in classe i nostri studenti hanno gli occhi spalancati di fronte a qualcosa che è evidentemente più grande di loro e che li porta ad imparare una frase di benvenuto in ucraino e qualche parola di russo. Oppure a diventare traduttore “ufficiale”, come accade ad un ragazzo che ha la mamma russa, che mai si sarebbe aspettato di essere il ponte tra Ucraina e Italia, lasciando sorpresi tutti i docenti!

Siamo colmi di gratitudine per quanto sta accadendo e per la disponibilità di ciascuno, segno di quelle fiammelle di luce che, pur piccole, nell’oscurità illuminano e continuiamo ad affidarci a Colui che solo ci può rendere artigiani di comunione e di pace, come ci ha ricordato pochi giorni fa Papa Francesco.

Il rettore Simona Albertazzi