La poesia? È per uomini che vivono intensamente!

LE CLASSI RACCONTANO – MEDIE

Una video-lezione speciale: la terza C dialoga con il poeta Davide Rondoni.

Lunedì 20 aprile la classe 3 C ha concluso il percorso sulla poesia “L’Infinito” di Giacomo Leopardi, con loro in collegamento c’era però un ospite speciale: Davide Rondoni, rinomato poeta e critico letterario, ha al suo attivo molte opere ed è stato ospite di vari programmi televisivi e conferenze. Appena iniziato l’incontro il poeta ha domandato ai ragazzi come fosse nata la poesia secondo loro.

Le ipotesi erano molteplici ma nessuna si è rivelata esatta: il poeta ha spiegato con tono simpatico che la poesia esiste da quando è nata la parola, inoltre essa ha sempre seguito l’uomo, in tutto il corso della sua storia.

Quindi: a che cosa serve la poesia? Rondoni ha risposto dicendo che essa serve per vivere intensamente, ci fa conoscere meglio il mondo. Infatti quando si entra in contatto con la parola essa mette in ordine tutto ciò che ci circonda e lo mette in relazione con noi, rischiarando la mente. Rondoni ha detto che la poesia si usa anche per parlare di argomenti molto delicati e seri. Infatti lui sostiene che non si possa parlare della morte o dell’amore con parole futili, scontate e grezze.

La poesia dice una verità che va oltre le apparenze, secondo la sua profondità: i poeti non fanno esperienze speciali rispetto agli altri ma danno parole speciali a ciò che viviamo tutti. Ovviamente sì è parlato anche della poesia “L’Infinito”. Anche questa racconta una verità, la più grande, quella del limite. Esso si manifesta in tutti i campi della nostra vita. Sono queste le parole di Davide, che con molta schiettezza ci ha spiegato come Leopardi volesse comunicarci una cosa davvero importante: soffriamo quando qualcosa finisce perché siamo fatti per l’infinito!

Negli ultimi dieci minuti il poeta ha risposto ad alcune domande dei ragazzi, ad esempio uno studente ha osservato che l’arte contemporanea non sembra richiedere alcuna tecnica. In che senso quindi può essere definita arte? Rondoni ha risposto che la semplicità non è assenza di perizia, anzi: spesso un gesto apparentemente semplice richiede grande sapienza, è carico di tutta la storia, la tradizione, l’esperienza di una vita. Come ad esempio i tagli sulle tele dell’artista Attilio Fontana.

Un altro alunno ha chiesto cosa fosse il talento e il poeta ha risposto che esso è un dono, qualcosa che si scopre di avere: “te lo hanno dato, ma sta a te scoprirlo e coltivarlo! La scuola serve ad aiutarvi a scoprirlo e coltivarlo: tutti ne abbiamo uno! Perché possiamo vivere davvero pienamente la nostra vita, non quella di un altro, ed essere ciò per cui siamo fatti.”

Alessandro Pedretti e Matteo Scipioni