LE POTENZIALITÁ CREATIVE DEL NOSTRO PENSIERO

Un interessante dialogo con Paola Sala, la fondatrice di Altisensi – Filosofia per la creatività. Tra dicembre e marzo nelle classi prime seconde terze e quarte gli alunni con le loro insegnanti sono stati coinvolti per 10 ore nel laboratorio di pensiero creativo, il cui scopo è di allenare la mente a guardare la complessità della realtà, scorgendone dentro le domande, e portare contributi originali e autonomi.

Qual è il valore aggiunto di un’attività come questa a scuola?

Favorire la presenza di una mente accogliente di ciò che è diverso, disponibile ad ascoltare le idee di tutti. La mente creativa si diverte e il divertimento fissa l’esperienza, non conosce il fallimento e sa che c’è sempre una possibilità. Nel laboratorio non esiste l’errore, perché viene sempre trasformato. Nella storia le grandi invenzioni derivano sempre da un errore.

Che cos’è la creatività di pensiero e come può essere allenata e misurata?

Creativo non è solo l’artista, ma lo può essere chiunque, lo è spesso un bambino mentre gioca o si inventa un passatempo, lo è chi escogita soluzioni innovative per problemi quotidiani, chi inventa nuove strategie per rendere più accattivante il suo lavoro e sfuggire alla routine, chi medita procedimenti perspicaci per risparmiare tempo. E – perché no – potrebbe fare il suo lavoro in modo creativo chi insegna, chi vende un prodotto, chi fa una scoperta scientifica, chi svolge mansioni ordinarie. In una società qualificata da un processo di forte e rapida innovazione «l’unica possibilità che consente all’uomo di marciare coi tempi e tenersi a pari con il caleidoscopico cambiamento del suo mondo sia l’adattamento autenticamente creativo», come afferma Carl Rogers, psicologo e psicoterapeuta americano. La creatività quindi, sarebbe un atteggiamento originale, una sensibilità, un’abitudine alla presa di coscienza puntuale di problemi, che potrebbe far fronte alla rapidità con la quale la scienza a la tecnica stanno avviando complessi mutamenti sociali e degli aspetti produttivi della civiltà. Le potenzialità creative del pensiero possono essere descritte attraverso quattro dimensioni: fluidità (numero delle idee raccolte), flessibilità (ampiezza categoriale), elaborazione (capacità di specificare la mia idea) e originalità (idea non uguale agli altri). Esse si possono allenare con esercizi costruiti ad hoc su pretesti ludici e narrativi, che mettono al centro il pensiero del bambino.

Sei soddisfatta del lavoro svolto con le nostre classi? Cosa hai visto accadere?

Sono molto soddisfatta. Ho visto una grande apertura e ricettività da parte di alunni e insegnanti. Dopo un iniziale spaesamento, normale di fronte ad una proposta totalmente nuova, già dal terzo incontro tutti hanno partecipato e si sono messi in gioco, anche i più timidi. Dal quinto incontro in poi c’è stato un balzo cognitivo di creazione, l’omologazione è sparita!!!

Gli effetti riscontrati in 5 anni di somministrazione di questo percorso a bambini di scuole primarie si distinguono in acquisizione di competenze cognitive (allenamento del pensiero divergente e del linguaggio) e non cognitive (comunicativo-relazionali e socioaffettive).

Quali sono i risultati più interessanti che hai raccolto?

A poco a poco è aumentata nei bambini la voglia di dire la propria idea, sono diminuite le ripetizioni ed è aumentato l’ascolto. Con un semplice allenamento la dimensione che è aumentata di più è stata la fluidità,  che abbiamo misurato con test quantitativi pre e pst percorso!

Come conseguenza dell’allenamento del pensiero divergente, si nota che i bambini:

  • migliorano la produzione ideativa spontanea sia a livello linguistico che grafico
  • apportano contributi originali ai temi proposti
  • evitano ripetizioni sia a livello linguistico che grafico
  • avanzano ipotesi per spiegare i fenomeni posti alla loro attenzione
  • risolvono con flessibilità problemi immaginativi o reali
  • individuano autonomamente problemi e ideano soluzioni originali, anche attraverso il confronto con i pari
  • arricchiscono il patrimonio lessicale attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico)
  • esplorano campi semantici acquisendo dimestichezza con le sfumature lessicali
  • elaborano narrazioni a partire dalla propria esperienza personale o dalla propria immaginazione
  • organizzano i racconti in modo logicamente consequenziale
  • arricchiscono con particolari descrittivi e informativi il discorso
  • si esprimono in modo chiaro e preciso fornendo spiegazioni ed esempi e rispondendo in modo pertinente ed esaustivo alle domande altrui.

Come risultato dell’allenamento al dialogo cooperativo, si nota che i bambini rispettano i turni di parola, prestano ascolto ai compagni, rispettano eventuali silenzi dell’altro senza commenti o forzature, apportano critiche costruttive e sostengono e argomentano le proprie posizioni.

Che cosa hai visto accadere nel lavoro con i bambini in classe?

Tutti si sono coinvolti e con loro gli insegnanti, che si sono messi in gioco prendendo spunto dalle idee dei propri alunni. Ho sperimentato un ambiente relazionale positivo, la disponibilità di tempo e di spazio per la mente. Per non parlare della bellezza della struttura, che fa tantissimo per la mente: avere spazi ordinati, funzionali al lavoro, con strumenti adeguati influisce tanto.

E dai bambini quale feedback hai avuto?

Ho imparato a non contenere la fantasia e a lasciarla andare. Mi sono sentito spensierato, senza pensieri nel cervello e libera di scatenarmi con la mia mente. La cosa che mi è piaciuta di più è inventarmi una storia come quella del naufrago”.

Ho imparato a fare le cose con tanta fantasia. Mi sono sentita molto bene e tranquilla. Mi è piaciuto tanto il gioco delle linee”.

Questo laboratorio mi ha aiutato a migliorare la mia creatività con bei lavori che ti fanno ragionare! Spero tanto di rifarlo!”.

E anch’io mi auguro di poter offrire ancora ai nostri alunni una bella occasione di crescita e di apertura come questa!

Daniela Gestro direttrice primaria