Nella nostra 15^ edizione abbiamo celebrato gli 800 anni del Presepe di Greccio

Si è concluso da qualche settimana la quindicesima edizione del Presepe Vivente.

Queste le parole del preside Bellina che hanno introdotto il gesto.

15 anni fa nasceva nella storia della nostra scuola un’esperienza di consapevolezza, la venuta del Cristo 2023, come 2000 anni fa è qualcosa che ha invaso la quotidianità dei pastori, dei re magi, dei soldati, dei sacerdoti, dei mercanti, della gente comune, ma che invade ORA anche la nostra vita e la vita della cittadina di Cernusco che per un giorno sperimenta una trasformazione, diventa Nazareth, diventa Gerusalemme, diventa Betlemme.

Questa tradizione però non è qualcosa che abbiamo

ntato noi, ci siamo lasciati guidare da un’intuizione che ebbe, ottocento anni fa esatti nel 1223, San Francesco, che di ritorno dalla Terra Santa volle ricreare in un paesino del Lazio, a Greccio, un Presepe per vedere quel bambino nella mangiatoia.

Tommaso da Celano, frate francescano, che conobbe san Francesco e scrisse 2 biografie sul santo racconta di quel presepe di 800 anni fa: “Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio. Poi il sacerdote celebra solennemente l’Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.

La gioia è ineffabile, qualcosa cioè che non si può descrivere a parole, non è un sentimento che possiamo inventarci, ma non è irrazionale, è qualcosa che corrisponde al cuore, come quando ricevi un regalo, e in questo periodo ne riceviamo tanti. Ti viene da sorridere perché noi siamo fatti per essere amati. La gioia è qualcosa di ragionevole, guardando quel bambino ci commuoviamo, perché noi siamo fatti per quell’abbraccio ed è quello che cerchiamo.

Sempre Tommaso da Celano ci racconta che San Francesco espresse queste parole “vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato”. Mi colpiscono queste parole perché Francesco ci richiama oggi a uno sguardo sulla realtà anche più difficile, ai disagi ad esempio che viviamo in questi tempi di guerra. Non possiamo chiudere gli occhi. Abbiamo quindi pensato di chiudere il nostro Presepe con un gesto simbolico, accogliere tra di noi una delegazione di Scout che ha ricevuto poche ore fa da Betlemme la fiamma della pace.