Tutorial, una moda antica

LE CLASSI RACCONTANO – MEDIE

Una delle cose che ricordo più nitidamente di quando ero piccolo è che quando guardavo i miei genitori disegnare, appena capivo quello che si materializzava da quel semplice segno a matita mi veniva da ridere. Era una risata che all’epoca non sapevo spiegare, non riuscivo a trattenerla.

Ora nel rivederla in mia figlia Celeste ne godo quasi alla stessa maniera, ed è un sorriso che a volte mi sembra di scorgere anche sul volto dei miei alunni quando capita di disegnar tra i banchi oppure proiettando disegni digitali fatti a tavoletta grafica.

Quando si è trattato di chiudere la scuola per l’emergenza sanitaria, uno dei primi pensieri è stato che la mia disciplina, Arte e Immagine, che è soprattutto laboratoriale, di approccio manuale e grafico, sarebbe stata pesantemente danneggiata.

Preoccupazione didattica quindi, ma anche una preoccupazione educativa: chi è il docente per la classe? Chi è il docente per il singolo alunno? Un discutibile soprammobile che varia fra l’antiquariato e il vintage adagiato su una cattedra o è una presenza?

Ed è in quel momento che è venuta alla memoria l’esperienza di quando ero bambino, e la parola giusta è proprio ESPERIENZA.

Può forse considerarsi passivo l’atteggiamento di chi si pone come osservatore avido, curioso e desideroso di stupore? A mio parere no, nella mia storia di “studente” perennemente alla ricerca di nuovi approcci ai mezzi e ai soggetti artistici, l’osservazione di maestri all’opera è sempre un valido strumento, perfino oggi che insegno.

Nel cercare di modulare le lezioni insieme ai colleghi è venuto quasi subito in mente un approccio moderno ma in realtà molto antico: il tutorial, una vera e propria guida passo passo.

Non è ironia da quarantena, è una presa di coscienza che il punto più importante è voler mostrare un approccio, seminare quel sano desiderio di voler fare, ribaltando la classica proporzione fatta di pochi minuti di spiegazione e tanto lavoro.

Qui il lavoro proposto viene fatto dal docente che disegna e si mette in gioco e, come mostrato nel quadro di Pierre Jacques Dierckx La Lezione di Ricamo, che illustra un antico “tutorial” di fine Ottocento, non importa quali strumenti vengano messi in campo, se più o meno tecnologici, la reazione in chi guarda quelle mani al lavoro è sempre la stessa: gioire.

Prof. Giovanni Bellina